|
Introduzione
In questo mondo ci
sono cose che sono riservate solo agli intenditori. Che si parli
di vini pregiati, di una qualità rara di caviale o di un abito
firmato dallo stilista più in voga, questo discorso è sempre
valido. Non qualsiasi persona, in grado economicamente di
permettersi quel bene, deve necessariamente saperlo portare o
gustare con dovuta cura e savoir faire.
E’ il caso del nuovo modello di punta della gamma sportiva Subaru.
La casa delle Pleiadi ha infatti sfornato, in occasione
dell’ultimo mondiale piloti 2003, vinto dal norvegese Petter
Solberg, la Impreza STI DCCD (Driver’s Control Central
Differential) Petter Solberg Limited Edition … roba per palati
fini! |
|
 |
|
|
Tecnica
Già dal nome si capisce che questa versione speciale dell'Impreza
permette al fortunato conducente di regolare la percentuale di
bloccaggio del differenziale centrale, con la possibilità di
optare inoltre per la scelta automatica. Se si sceglie
l’impostazione manuale, con una rotellina posta dietro al freno a
mano, si possono scegliere sei scatti progressivi di bloccaggio,
visualizzati anche su un display sul cruscotto. Con il
differenziale centrale completamente sbloccato la trazione è
puramente posteriore, con conseguente possibilità di ridurre i
consumi e le perdite dovute ad attriti meccanici, magari su un
tratto autostradale o misto veloce dove la trazione integrale non
è indispensabile, o nei rari momenti di guida rilassante che il
cliente si permetterà. Si può inoltre usare questa opzione per una
guida più "funny", fatta di sovrasterzi di potenza controllati dal
manico e dall’ottimo assetto neutrale. Gli altri cinque scatti
selezionano varie percentuali di bloccaggio, fino ad arrivare al
50%.
Con l’opzione automatica invece, in condizioni normali, la
trazione è ripartita tra gli assali anteriore e posteriore al 50%,
ma, quando si manifesta una perdita di aderenza di un assale, un
sistema elettroidraulico provvede ad inviare all’assale con più
trazione la percentuale persa dal primo dei due, rinviando poi ai
differenziali anteriore e posteriore Suretrac (entrambi
autobloccanti) il compito di ripartire la trazione tra le
rispettive ruote. Per il resto questa versione speciale è identica
alla normale Impreza STI (Subaru Tecnica International). |
|
 |
|
|
Impressioni di guida
Arrivo subito al punto senza troppe moine. Questa è la macchina
che mi ha stregato di più fra tutte quelle che ho provato (tra le
migliori Audi S3, Honda Integra, Escort Cosworth, BMW M3, Porsche
Carrera RS 993, Lancer EVO 7, Delta Integrale 16, Mazda 323 GTX).
Non dico che sia necessariamente la più veloce o la migliore, ma è
quella che più mi ha spaesato… in senso positivo, ovviamente! Non
avevo mai provato prima una macchina con autobloccante anteriore e
posteriore: la differenza è spropositata! Lo sterzo è
direttissimo; tra tutte credo che solo la Lancer vada in pareggio.
Tutto questo, unito al lavoro magico degli autobloccanti, fa sì
che la fase di inserimento in curva sia veramente fulminea. Il
muso va immediatamente alla corda, con grande rapidità e
precisione e finchè non si prende un po’ la mano, ci si ritrova
sempre più stretti del dovuto. L’ utente abituato ad una macchina
senza l’ autobloccante anteriore non può far altro che sognare
inserimenti del genere; oltretutto questi avvengono quasi sempre
in assenza di sottosterzo, che può manifestarsi solo a causa di
inesperienza con questo tipo di soluzione meccanica o con una
guida errata, ovvero quando si arriva pinzando, si rilascia il
freno e si da un vero e proprio strattone allo sterzo in
inserimento… ma questo non serve farlo e non è certo il modo di
guidare la “Solberg”. Bisogna al contrario essere dolci con il
volante e la macchina entrerà il curva in modo repentino e con un
assetto molto equilibrato e neutrale, merito anche dell’indovinata
distribuzione dei pesi e del baricentro piuttosto basso.
Il motore boxer è uno dei simboli dell' Impreza, proprio perché,
essendo a cilindri contrapposti (cioè a “v” di 180°), abbassa
notevolmente il baricentro dell’auto rispetto ad un normale 4
cilindri, sviluppato verticalmente… ed è cosa ben nota che la
stabilità di una macchina è funzione diretta della bassezza del
suo baricentro e della lunghezza del suo passo (distanza tra asse
anteriore e posteriore).
Viste le velocità di percorrenza, la fase di centro curva finisce
molto presto con la solita facilità e neutralità, e arriva il
momento di riaprire il gas. In uscita il comportamento è
ugualmente efficace. L’auto stringe la linea sorprendentemente e
il retrotreno la segue in modo chirurgico. Anche in questo caso
bisogna abituarsi a dare il gas e a tornare con lo sterzo prima di
quanto si farebbe comunemente, altrimenti si finisce col girare
più del dovuto.
Una volta presa la mano la guida è un vero piacere, tanto che il
sottoscritto cercava di fare il giro più lungo possibile.
|
|




 |
|
|
Motore e Cambio
La Subaru dichiara: 265 cv a 6000 giri, 34,5 kgm a 4000 giri. Il
motore è un 4 cilindri boxer da 2 litri sovralimentato con
turbocompressore. L’intercooler è un aria aria, ma con la
possibilità di raffreddarlo ad acqua tramite un circuito comandato
da un pulsante nell’abitacolo; in questo modo dunque non si
guadagna potenza ma se ne recupera una parte che altrimenti
andrebbe persa.
Il cambio è a 6 marce… e questa sì che è la migliore unità che ho
provato finora. Gli innesti sono decisi, secchi e cortissimi,
molto molto veloci. E' impossibile sbagliare… a meno che non si
vada a scuola guida o che si sia davvero imbranati. Questo cambio
si sposa benissimo con l’erogazione del motore e con l’assetto.
Il tutto costituisce un pacchetto speciale che ti fa capire subito
di essere su un’auto fuori dalla norma, un’auto vera, fatta di
telaio, motore, cambio e differenziali, senza troppi orpelli che
la Subaru (e anch’io) ritiene inutili e che appesantiscono la
macchina, rendendola incoerente. Un’auto derivata dai rally deve
restare tale; se la Subaru si fosse lasciata tentare da clima
automatico bizona (lasciamolo a chi pensa che l’aria a destra non
si mescoli con quella a sinistra), navigatori satellitari con Sky
per Audi A8 e BMW serie 7 da 2000 kg, sedili riscaldabili e vari
gadget elettronici da direttore d’azienda incravattato in pensione,
ne sarebbe andata di mezzo l’immagine dell’azienda. Uno che vuole
queste cose si rivolga ai tedeschi. Qui i soldi (41.980 euro) sono
spesi bene, per soluzioni meccaniche innovative che rendono vero
il controvalore, non per l’elettronica che viene usata come scusa
per una meccanica scadente e prezzolata, uguale da molti anni
nonostante l’aumento dei prezzi.
Vi assicuro che i sedili contenitivi e dal profilo molto sportivo
non penalizzano per niente il comfort. Insomma, quando una
macchina ha il clima manuale, i vetri elettrici e dei sedili così
si viaggia comunque molto comodi; così basta e avanza. E poi,
diciamoci la verità: ha classe ed anche una sua eleganza.
Il motore è un’unità vincente e collaudata da molti anni di
esperienza nei rally, ed è l’ennesima evoluzione di quello che ha
cominciato ad equipaggiare l’Impreza nel 1993. Segue infatti
sempre lo stesso schema citato in precedenza… e si vede! E’
decisamente a punto nell’erogazione, affidabile (la Subaru concede
3 anni di garanzia), potente ma sfruttabile, senza i calci di
potenza improvvisi duetempistici, stile Delta EVO, che possono
mettere in crisi le gomme!
L'unico appunto che posso fare è la tendenza a girare un po’ alto
rispetto al vecchio modello Impreza WWW da 218 CV. La turbina
comincia a lavorare bene da 3000 giri in su, spingendo con vigore
fino a 6500 giri, con la possibilità di allungare fino a 7400
giri. Sotto i 3000 giri bisogna attendere un attimo a causa del
turbo lag; altrimenti ci si può affidare al cambio, il che è
sempre un piacere!
Passata questa soglia, l’ago del contagiri schizza velocemente al
limitatore, si cambia marcia a razzo e tutto ricomincia,
trovandosi subito a velocità da straccio patente. La ripresa nelle
marce alte dipende molto dai giri in cui si comincia ad affondare
l’acceleratore; insomma, il discorso è sempre lo stesso. |
|




 |
|
|
Dati Tecnici
Alcuni dei dati prestazionali fondamentali li riporto qui sotto,
anche se il consiglio è quello di non affidarsi sempre ai freddi
numeri. Le sensazioni dicono molto di più e l’emozione di guida
può variare tanto tra mezzi con prestazioni simili. Questi dati
sono stati copiati dalla rivista Auto e da me approssimati per
difetto al decimo di secondo, visto che non ha nessun senso fisico
mettere anche i centesimi, dato che col variare di temperatura,
pressione, umidità e anche pilota possono esserci scostamenti
anche di decimi.
Accelerazione da 0 a 100 km/h
5”5
Accelerazione da 0 a 400 metri
13”7
Ripresa in V da 40 a 80 km/h
12”1
Ripresa in VI da 80 a 120 km/h
12”8
Frenata da 60 a 0 km/h
15,1 metri
Frenata da 100 a 0 km/h
38,1 metri
Frenata da 160 a 0 km/h
95,1 metri
Peso a secco effettivo
1488 kg
Velocità massima
233,3 km/h
Consumo extraurbano
8 km/l
Consumo urbano
7 km/l
Consumo a 120 km/h in VI
9 km/l
Consumo al limite
4 km/l |
|
 |
|
|
Conclusioni
La descrizione
estetica e degli interni è troppo personale per dare dei giudizi
(guardate la foto e decidete), e poi lo scopo dei nostri test non
è di certo giudicare le finiture dei materiale o la precisione
delle cuciture. Qui si valutano motore, cambio, guida, sensazioni.
In conclusione la versione speciale dell’Impreza STI DCCD passa il
test a pieni voti.
E’ una macchina per veri intenditori ma è ben sfruttabile anche
per chi vuole entrare tra di essi. Se portata con accortezza e
scioltezza sa anche regalare comfort e buone percorrenze per avere
265 cv ed essere integrale. Così come portata al limite da un buon
pilota riesce ad essere una delle vetture più maledettamente
veloci in commercio. Questa stella delle Pleiadi splenderà per
molto tempo per strada e nei rally. |
|
|
|