|
Introduzione
Un "supermotard" con
motore bicilindrico?
L'ennesimo passo da gigante eseguito dalla casa di Noale. Un
progetto ambizioso che inizialmente non venne considerato dai
media come competitivo perchè decisamente controcorrente, ma che
nel 2003 all'EICMA di Milano, il motore apparso per la prima volta
agli occhi di tutti non passò certo inosservato.
Vanno di fretta all'Aprilia, e poco dopo la presentazione
ufficiale della moto in tutto il suo splendore al salone di
Bologna, avviene il debutto con piloti del calibro di Max Manzo, Bolley e il velocissimo Giraudo nei campionati mondiali categorie S1 ed S2.
Un inizio con i fuochi d'artificio, tale da spiazzare la
concorrenza e le più rosee aspettative. Ebbene sì, al debutto,
quel progetto che sembrava così ardito, ha sbaragliato la
concorrenza monocilindrica della classe S2, mettendo dietro
colossi come Honda e Husqvarna consegnando così nelle mani di
Giraudo il titolo mondiale.
Dal successo sportivo a quello commerciale, nel 2005 i modelli
cross, enduro e motard sono pronti a debuttare per il grande
pubblico. Il bicilindrico a V di 77° ad iniezione, derivato da
quello utilizzato in gara, esce nei 315 concessionari selezionati
(207 in Europa) già omologato Euro3, con delle differenze a
livello di mappature, corpi farfallati, alberi a camme e quote
ciclistiche rispettivamente nei 2 modelli SXV ed MXV.
Per l'ennesima volta l'onore va ad Aprilia per aver osato,
dissolvendo a suon di risultati i dubbi iniziali, confermando l'innovativa
del marchio, aprendo così anche nuovi orizzonti di sviluppo
nell'ambiente motard.
Non si può che dire: avevano ragione! |
|
|
|
|
Componentistica
Non è la solita moto da cross adattata all'uso su asfalto, ma un
progetto specifico, con grandissima attenzione alla
componentistica ed all'estetica. Quest'ultima di prim'ordine, anni
luce avanti alle concorrenti, con attenzione maniacale del
dettaglio come il cavalletto sagomato al forcellone, il fanale
posteriore a led come la moda ora reclama, le frecce bianche
affusolate, e gli scarichi sotto il codino, piccoli,
incredibilmente silenziosi ed a fetta di salame. Il motore,
impreziosito da materiali come il magnesio, l'alluminio, il
titanio, ed il silicio che lo rendono leggero e dalle poche
vibrazioni, funge da elemento stressato, nel telaio composto da
un traliccio in tubi d’acciaio che si congiunge con le piastre
laterali in alluminio stampato.
Il forcellone posteriore in alluminio a sezione variabile, diverso
tra le due versioni SXV ed MXV, viene azionato attraverso un
leveraggio progressivo con monoammortizzatore pluriregolabile su
basse e alte velocità. Davanti a limitare l'affondamento in
ingresso, ci pensa la forcella da 45mm a steli
rovesciati, sempre regolabile.
Misura extralarge per il pneumatico posteriore, dove fa bella
mostra di sè, sul cerchio da 17 per 5,5 pollici, il "ciabattone"
Dunlop nelle misure 180/55!
Davanti invece ad attirare gli sguardi è lo splendido disco
wave da 320mm firmato Braking come quello posteriore, morso dalla
pinza ad attacco radiale Beringer a quattro pistoncini, azionata
dalla pompa anch'essa radiale.
Praticamente una moto dalla componentistica pronto gara, con
specchi, targa e fanali! |
|
|
|
|
Su
strada
Su strada la moto dà davvero la sensazione di trovarsi alla guida
di una moto da pista. L'indolenzimento
del fondoschiena che ne uscirà passata l'ora in sella ne sarà la
prova.
La frizione all'inizio può ingannare i meno esperti, ma dopo 5 o 6 partenze il problema viene meno. Il motore è prontissimo, pieno,
quasi elettrico e con un allungo incredibile, dove si raggiungono
agevolmente i 13000 giri (!) e l'intervento del limitatore del 450
dai noi provato su strada.
Straordinaria la frenata, potente e ben modulabile, capace di
staccate al cardiopalma asfalto permettendo. La tenuta è da
riferimento, con una accoppiata telaio sospensioni sempre in
perfetta sintonia, grazie alla quale il pilota ha sempre la
situazione grip sotto controllo. Anche quando nelle pieghe più
accentuate l'asfalto stradale può non riuscir tener testa
all'indole corsaiola del mezzo, il pilota viene sempre avvertito
dell'eventuali perdite di aderenza al posteriore come
all'avantreno. Questo non fa che aumentare la sicurezza che è in
grado di regalare questa piccola grande motard veneziana,
raggiungendo una guida subito veloce.
I cambi di direzione sono il suo pane quotidiano, e le svolte in
città non sono mai state così divertenti, tali da andarle a cercare
apposta, soltanto per potersi esibire in una staccata un pò più
ritardata, scalando una marcia in più, ed entrare con la ruota
posteriore che sembra voler sorpassare quella anteriore. Per
quanto questo non sia etico in un ambiente urbano ricco di
traffico, dove tra l'altro l'SXV si muove come un scoiattolo iper
attivo, si ha sempre la sensazione di poter evitare facilmente
ostacoli, imprevisti e quant'altro la giungla urbana riserva a noi
motociclisti.
In curva la sensazione di stabilità e trazione sono totali, tale da
riuscir addirittura a sfiorare l'asfalto con le pedane. Questo
concesso non solo dalla bontà del mezzo ma anche dell' azzeccato
primo equipaggiamento firmato Dunlop.
Anche su strade dove la velocità cresce un po', l'SXV sembra
digerire bene le curve non proprio lente, stando spesso sulla fine
della 5a marcia, a dimostrazione che la ciclistica ha ancora
margine rispetto alla velocità di punta, che sul nostro modello
era ridotta a causa di una rapportatura pistaiola ben più corta. Il
modello 450 dovrebbe raggiungere comunque i 170km/h circa, mentre
il 550 dovrebbe sfiorare ben quota 200, non difficile da credere
visto il rapporto peso/potenza... |
|
|
|
|
In
pista
Il 450 in pista è semplicemente efficace, quasi facile. La
sensazione è che non manchi nè avanzi nulla. La potenza è
sufficiente a staccare il tempo, ad uscire di curva senza tanti
patemi a gas spalancato grazie alla tanta trazione garantita anche
dal pneumatico posteriore di generose dimensioni che non fa
perdere agilità come ci si aspetterebbe, per finire con
un allungo quasi interminabile. L'ingresso in curva è dolce, il
"traverso" bisogna andarlo più a cercare che con un
monocilindrico, ed il freno posteriore fin troppo deciso non aiuta
di certo. Quel che aiuta in inserimento è invece una sorta di
antisaltellamento, ottenuto mediante l'innalzamento del livello del minimo
nelle forti decelerazioni. Davvero efficace.
Con il 550 si
cambia musica. Un solo aggettivo: eccessiva! Un animale non adatto
ai neofiti ed ai portatori di pacemaker! Personalmente ho avuto la
sensazione di far più facilmente il tempo con il 450,
probabilmente per il motivo che il 550 è decisamente più
impegnativo e da la sensazione di dover star dietro alla sua
esuberanza assorbendo la concentrazione per la guida. E' più un
"il 450 lo guidi, il 550 ti guida lui" ehehehe. Sulla pista di
Pomposa bastavano 2 marce per ricoprire tutto il tracciato, e sul
rettilineo bastava pelare la frizione in 3a per farselo
interamente in monoruota. Ai bassi ci sono cavalli e coppia da
vendere, tali da rendere adrenaliniche le uscite di curva dove il
gas va pelato. La presenza (anche se non marcatissima) del classico
effetto on/off non è di aiuto, per fortuna in parte attenuato dal minimo
alto. In ogni caso attenzione o vi ritroverete l'SXV come coperta.
L'anteriore, guidando di gas, sembra quasi voler star sempre a ore
12, ma rimango dell'idea che fatta un bel po di pratica, il 550
diventa una base di partenza sulla quale non servono spese extra
per esser subito veloci e competitivi, ma un buon treno di gomme racing
e qualche attrezzo per toglier fari frecce e specchi.
|
|
|
|
|
Conclusioni
Concludendo, in
città il 450 è più che ottimo per divertirsi, ma appena vi
troverete a dover alzare un pò il ritmo, la gran validità
complessiva del mezzo tenderà a far emergere i limiti di potenza.
In questo caso il 550 renderà decisamente diverse le cose.
La rapportatura originale basterà a tener dietro chiunque sui
passi di montagna ricchi di curve. Se proprio siete
inaccontentabili, una rapportatura leggermente più lunga potrebbe
aiutarvi nel coprire distanze più lunghe senza far sentire
mancanza di "schiena" da parte del propulsore, lasciandolo a
regimi vivibili. Ma non credo che questo sia l'uso a cui questa
sportiva pura sia destinata.
Il prezzo può sembrar il suo punto dolente, ma se fate due
conti sull'esclusività, sui materiali impiegati, sulla dotazione e
sull'estetica di questo mezzo, non spenderete niente di più di ciò
che avrete in cambio.
Un CRF costa neanche 1000 euro in meno, è non è altro che una moto
da cross riadattata con cerchi e freni differenti, qui invece si
tratta di un progetto studiato a tavolino per un uso su asfalto,
con tanto di motore dalle dimensioni più ridotte di certi
monocilindrici in commercio, composto da materiali nobili, dotato
di iniezione e con una cavalleria che le altre non possono che
invidiare...
Se cercate un motard
pronto pista da usare anche su strada, divertente ed efficace come
poche, con un'estetica indiscutibile, da posteggiare davanti al
bar del centro per attirar non pochi occhi indiscreti, l' Aprilia
SXV fa proprio al caso vostro.
Un burnout di
ringraziamenti speciali alla
Concessionaria Dagri di Monfalcone (GO) in via Grado 38/40
per aver trattato degli animali come dei veri signori. |
|
|
|
|
|