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Negli ultimi anni si è assistito ad una massiccia introduzione , sulle supersportive di serie , di sistemi di accensione-iniezione elettronica integrati . Le competizioni , ed in particolar modo la superbike , ha avuto un ruolo determinante in questo sviluppo , ed a riprova di quanto affermato basta notare che costantemente le moto che lottano per la vittoria sono sempre equipaggiate con sistemi ad iniezione elettronica . |
Iniezione elettronica |
Questo sistema offre innumerevoli vantaggi , che se adeguatamente sfruttati , permettono una messa a punto perfetta sotto ogni punto di vista , ma sprattutto senza compromessi . L’utilizzo dei sistemi di alimentazione a carburatori , sta diventando negli ultimi tempi sempre piu’ complessa anche su motori relativamente semplici ( come per esempio i monocilindrici utilizzati nel cross ) , si pensi per esempio all’introduzione di powerjet prima e della cosidetta “pompetta di ripresa” poi ( presente anche su monocilindrici ) . Pur con questa complessita’ vi sono problemi insormontabili , che possono invece essere facilmente gestiti con sistemi digitali . Si pensi solamente a come sia difficoltoso ( per non dire praticamente irrealizzabile ) tener conto della temperatura del motore o dell’aria , della marcia inserita , della velocita’ del veicolo nella determinazione e realizzazione della giusta carburazione in ogni condizione . Questo rende necessario riadattare la carburazione non appena cambiano le condizioni meteorologiche . Per quanto riguarda poi l’ambito agonistico , con sessioni di prove sempre più limitate in durata , non si ha certo il tempo di provare diverse soluzioni di carburazione , se non utilizzando sistemi di iniezione specifici per uso agonistico . Anche con sistemi di accensione-iniezione integrati ( riporto come esempio i sistemi Magneti Marelli P8 e 16M montati su Ducati di serie ) si ha un problema analogo . Mi spiego meglio , questi sistemi necessitato la sostituzione della EPROM che , anche se notevolmente piu’ rapido della sostituzione di getti e spilli sui carburatori , comporta sempre un certo dispendio di tempo . I moderni sistemi sistemi di accensione-iniezione integrati , dedicati ad uso agonistico , permettono invece la modifica della mappatura tramite PC direttamente collegato alla centralina ( d’ora in poi ECU ) tramite un cavo , senza sostituire alcune parte “fisica” , in pochi secondi si può pertanto "caricare" una nuova versione delle mappature di iniezione ed anticipi di accensione . Se per un utilizzo prettamente stradale può sembrare superfluo o eccessivo , nell'ambito agonistico è di fondamentale importanza , ed oggi si può ritenere un passaggio abbligato che ogni team deve affrontare . Oltre a quanto appena discusso , vi sono altre motivazioni che portano alla scelta di utilizzare un sistema di accensione-iniezione integrati in ambito agonistico , e nel corso di questa illustrazione avre mo modo di parlarne |
Funzionamento |
La ECU e’ il cuore di tutto l’impianto di cui andremo a parlare , questa si definisce digitale in quanto e’ costituita da un microprocessore che analizza ed elabora i dati utilizzando il “linguaggio digitale” del microprocessore stesso , al contrario dei sistemi analogici ( i primi sistemi di accensione ed iniezione erano di tale tipo ) che , semplificando al massimo , basano il loro funzionamento sulla legge di ohm . Tutto il processo si svolge in tre passaggi fondamentali :
Tutto deve funzionare a dovere ( a parte casi particolari che portano ad un funzionamento parziale detto di “recovery” ) , in caso contrario il funzionamento non e’ ottimale , ed in alcuni casi questo e’ del tutto pregiudicato . L’acquisizione dei parametri e’ realizzata dalla centralina che si occupa della lettura di ciascun sensore , in particolare un sistema minimo di sensori e’ composto da :
Sistemi leggermente più complessi possono anche tener conto di parametri aggiuntivi , acquisisti tramite :
Tali parametri sono presenti normalmente anche su veicoli di serie , mentre per uso competizioni , spesso si tiene conto anche di altri parametri quali :
La centralina elettronica , come gia detto , esegue la lettura di tutti questi parametri , e seguendo determinate strategie ( impostate sul FirmWare , cioè il programma eseguito costantemente dalla centralina anche migliaia di volte al secondo) , e tenendo conto sopratutto delle “Mappature” impostate dal preparatore , determina come comandare gli attuatori ( Iniettori , bobine di accensione , sistemi per gestire il regime di minimo ed altro ancora ) . Una volta individuati i valori dei parametri in gioco ( cioè che intervengono nella termodinamica e nella fluidodinamica del motore ) la centralina elettronica individua un primo punto di funzionamento , ricavandolo dalle indicazioni sui giri motore e sul carico ( angolo di apertura valvola farfalla , portata di aria che costituisce il comburente ) . Da 2 mappe tridimensionali , cioè con 2 parametri di ingresso ( appunto giri e carico ) ed uno di uscita , ricava i tempi di base per l’apertura degli iniettori , e per gli anticipi di accensione . Per poi migliore il funzionamento in tutte le diverse condizioni atmosferiche , e’ possibile impostare dei fattori di correzione ,che la centralina applicherà ai risultati appena ottenuti dalle mappe principali , e che tengono conto della pressione atmosferica , della temperatura del motore e dell’aria in aspirazione , del rapporto inserito , della velocità del veicolo e di molti altri parametri . Per cui ad ogni sensore , o meglio ad ogni parametro di cui si voglia tener conto ( che puo’ derivare anche dall’elaborazione di segnali provenienti anche da più sensori ) , corrisponde una mappa di correzione . Per i sistemi più evoluti ( ma anche in molti sistemi di serie , come le centraline montate su moto Ducati ) , e’ anche possibile eseguire una correzione ( sia di iniezione che di anticipo ) su ciascun cilindro , in quanto si possono presentare differenti condizioni nelle diverse camere di combustione ( spesso legate alla diversa temperatura di ciascun cilindro ) . Una volta ottenuti i valori definitivi di tempi di iniezione e di gradi di anticipo , la centralina si occupa della loro attuazione . Si può pensare che il compito più gravoso della centralina possa esse concluso , in realtà l’attuazione dei parametri calcolati e’ una delle parti più importanti e che spesso e’ causa di problemi di affidabilità e di prestazioni non ottimali . Per quanto riguarda l’accensione , esistono 2 diverse filosofie , la prima e’ quella basata sulla “scarica capacitiva” che e’ la più utilizzata dalle case giapponesi , sia sui monocilindrici che sui pluricilindrici , sia a sola accensione elettronica che con sistemi di accensione-iniezione integrati . I costruttori occidentali ( in particolare Magneti Marelli e Bosch ) sono orientati a sistemi a “carica statica” . Entrambe questi sistemi presentano vantaggi e svantaggi , i primi in particolare permettono una carica molto rapida delle bobine ma uno scarso controllo della carica stessa , i secondi al contrario permettono una precisa determinazione dell’energia con cui le bobine vengono caricare , ma richiedono un tempo di carica maggiore , anche se ormai alcune bobine per carica statica che possono essere caricate in meno di 1 millisecondo , il che e’ più che sufficiente per i regimi di rotazione richiesti per la maggior parte delle applicazioni ( si pensi che un motore che gira a 15000 giri impiega 4 millisecondi per compiere un giro , e che per la carica di una bobina e’ possibile sfruttare poco meno di 2 giri motore cioè 720 gradi tolti i gradi di anticipo ) . Per quanto riguarda gli iniettori vi sono anche qui diversi sistemi utilizzati , in linea di principio 1 iniettore per cilindro e’ più che sufficiente per l’approvvigionamento di carburante necessario ( esistono infatti iniettori con una portata molto elevata ) , in molte supersportive però si utilizzano 2 iniettori per cilindro ( la Yamaha R7 ad iniezione monta ben 8 iniettori ) . Uno dei motivi e’ che si preferisce montare un iniettore sotto la valvola a farfalla ed uno sopra la valvola a farfalla e nelle diverse fasi di funzionamento viene privilegiata la portata su uno o sull’altro iniettore a seconda dei vantaggi che questo può portare . L’iniettore sotto farfalla viene privilegiato per bassi regimi di rotazione e con farfalla parzializzata . In queste particolari condizioni si ha un flusso di aria relativamente lento e persiste una certa depressione nel condotto di aspirazione , questo comporta una buona propensione alla vaporizzazione del carburante che ( vista la relativa lentezza del flusso di aria ) ha a disposizione un certo tempo prima di giungere in camera di combustione . Agli elevati regimi , il carburante iniettato da un iniettore sotto farfalla avrebbe a disposizione molto meno tempo per una buona miscelazione con l’aria comburente , per questo motivo ad alti regimi di rotazione e con farfalla completamente aperta risulta più conveniente privilegiare la portata sull’iniettore esterno . Pur con questa complessità , tali sistemi sono relativamente semplice , se confrontati con quelli utilizzati sulle automobili (sia da competizione sia di serie ) . Si può concludere questa breve ma ( spero ) dettagliata introduzione ragionando sul fatto che il moderno preparatore debba conoscere questi nuovi sistemi per poterne sfruttare a pieno le potenzialità , sicuramente non e’ necessario essere esperti di elettronica , anche perchè il compito del preparatore non e’ certo quello progettare tali sistemi . E’ necessario invece cominciare a comprendere ed utilizzare tali sistemi , per evitare di rimanere spiazzati .
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