La pressione di
sovralimentazione, che
in certe applicazioni supera il bar, viene regolata tramite una
valvola chiamata waste-gate (fig. 4). Questa valvola di sfiato impedisce
una eccessiva pressione di sovralimentazione, riducendo la quantità di gas
di scarico diretti alla turbina. La waste-gate, che può essere a
piattello o a saracinesca, è azionata da un polmoncino comandato
pneumaticamente, che è collegato allo scarico del compressore da un tubo
di piccole dimensioni. |
La valvola si apre
quando la pressione a valle del compressore supera il valore predefini to
da progetto: questo fa si che il polmoncino vada ad agire, tramite
un’asta, sulla molla della waste-gate, vincendone la
resistenza in modo da aprire la comunicazione diretta con i gas di
scarico, bypassando la turbina. Variando il precarico
della molla si può variare la pressione massima di sovralimentazione.
Esiste in alcuni motori la possibilità di ritardare
l’intervento della waste-gate, in modo da disporre per brevi periodi di un
plus di potenza grazie all’aumento della pressione oltre il valore massimo
prestabilito. Questo sistema, chiamato overboost, mediante un attuatore,
comandato da una centralina elettronica, agisce sulla waste-gate. Nei
motori diesel, una recente possibilità di regolazione della pressione di
sovralimentazione è fornita dalla “turbina a geometria variabile” (fig.
5). In pratica, il distributore della turbina, cioè l’elemento che
convoglia i gas di scarico verso il rotore (girante), è dotato di palette
che tramite un meccanismo ad aria compressa, variano la loro inclinazione
in funzione del regime di rotazione del motore.
Questo permette di
avere un controllo delle sezioni di passaggio dei gas di scarico e di
conseguenza un controllo dei gradi di sovralimentazione ottenibili ai
diversi regimi. L’utilizzo di questa soluzione è limitato ai motori diesel
perché la temperatura dei loro gas di scarico è inferiore (600°) rispetto
ai motori a benzina: ciò permette condizioni di utilizzo meno gravose per
i delicati componenti di tale soluzione. La turbina a geometria variabile
permette anche di attenuare uno dei problemi più importanti
dell’applicazione di un turbocompressore, il turbolag, cioè il ritardo di
risposta in accelerazione del turbo. In passato questo problema era molto
sentito, rendendo le auto sovralimentate difficili da guidare. Ciò perché,
al di sotto di un determinato regime (ad esempio, sotto dei 3000 giri/min),
il flusso dei gas non era sufficiente per mettere in rotazione la girante
del turbo e quindi a garantire una pressione di sovralimentazione
adeguata: di conseguenza il motore aveva un funzionamento simile a quello
di un motore aspirato con un rapporto di compressione basso e quindi
con una
risposta “fiacca”. Superato tale regime, la “botta” di sovralimentazione
era evidente e difficile da gestire. Questo problema è attenuato sui
diesel, anche per la loro caratteristica tipica di avere molta coppia già
ad un ridotto numero di giri. Nei motori a benzina il problema è
accentuato dal fatto che, in fase
di
rilascio, la turbina, anche se priva della spinta indotta dai gas di
scarico, a causa della propria inerzia continua
a girare
velocemente causando un aumento di pressione indesiderato nel collettore
di aspirazione
che in rilascio è chiuso
dalla farfalla. Per evitare che la valvola a farfalla venga danneggiata
viene utilizzata una valvola by-pass, grazie alla quale l'aria viene
riconvogliata tramite un tubo a valle del filtro dell'aria in maniera
silenziosa, in modo da mantenere comunque elevata la pressione di
esercizio e da non far fermare del tutto il compressore anche ad
acceleratore chiuso. Nelle vetture da competizione viene invece utilizzata
la cosiddetta valvola pop-off che devia verso l'esterno l’aria in
pressione producendo il sibilo in fase di rilascio tipico dei motori turbo
da gara. In qualsiasi caso, ad una riapertura della valvola a farfalla il
compressore deve essere riportato a regime con un conseguente ritardo del
raggiungimento della pressione di sovralimentazione.
La risoluzione del turbolag, per i motori a ciclo Otto, è stata
ottenuta in vari modi. Una strada seguita è quella di ridurre la
dimensione della turbina e, di conseguenza, del rotore/girante: ciò
permette di ridurne la massa, quindi l’inerzia, in modo che i gas di
scarico riescano a metterla in rotazione più velocemente riducendo i tempi
di risposta ai comandi dell’acceleratore e garantendo che venga raggiunta
prima la pressione di sovralimentazione. Un’altra strada è la bassa
sovralimentazione che migliora il rendimento del motore rinunciando a
picchi elevati di potenza, permettendo di mantenere un rapporto di
compressione vicino a quello di un aspirato e, quindi, garantendo una
elasticità di funzionamento del motore anche a turbina quasi o del tutto
ferma.
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